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Una farifrittata di Bruxelles
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Potrebbe essere un’idea per un aperitivo o semplicemente un secondo, oppure uno snack in giro per la città…

… camminando chissà dove, magari con il vostro amore a fianco, mentre decidete un cinema, perché no, anzi! Le preparo così le mie farifrittate, con questo spirito, fantasticando magari sul giorno dopo. Spesso sono anche più buone il giorno seguente, ho questo pensiero. Come la pasta e fagioli… avete mai notato che riscaldata è più buona? Sarà che tutti i sapori si sposano nella notte, però il giorno dopo, la pasta e fagioli, è più buona, non c’è verso! Credo sia così anche per la farifrittata! Tuttavia dovete prepararla un po’ “morbida”, altrimenti il giorno dopo sarà secchina e non andrà giù. Allora create quella crema piuttosto fluida, solamente con farina di ceci ed acqua. Lasciatela riposare bene, anche 3 ore se possibile… poi prendete una cipolla, magari dei cavoletti di Bruxelles e tagliuzzate tutto finemente. Poi su olio evo caldo, fategli prendere colore e quando il nostro mix diventerà croccante, stendetelo uniformemente nella padella e abbassate la fiamma… Ora tuffateci sopra la crema di ceci, ma con calma, magari aiutandosi con un mestolino. Fate attenzione che vada ovunque! piano… versatela su tutta la padella, che s’infili dappertutto! Un pizzico di sale e coprite, continuando la cottura a fuoco tenue. Se avete lo sghiribizzo di volerla girare, se può fa, ma calma però… (si cucina anche senza capovolgerla!). Per farlo, sollevate con una forchetta tutto il bordo, piano piano.. e poi con il coperchio, (ma solo quando è completamente cotta, cioè non è molle nel suo centro), tac un colpo e si gira come faceva vostra nonna magari. La mia si divertiva un mondo a farlo con gli spaghetti. A volte la domenica ci preparava la “frittata di pasta” , ed era uno spettacolo vederla in cucina! Questa la dedico a te, vegan però!

Ciao Nonna Luisa, ovunque tu sia!

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